Madonna con il Bambino in gloria con i santi Sebastiano ed Antonio Abate

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Madonna con il Bambino in gloria con i santi Sebastiano ed Antonio Abate

Artista: Biancaro Giovanni Francesco detto Il Ruscone

Tecnica: Olio su tela,

Opera In Archivio,
Anno: 1585c.
Misure:
Note:

Giovanni Francesco Biancaro detto Il Ruscone

(Trino 1546/1549 – 1588)

Madonna con il Bambino in gloria con angeli ed i santi Stefano e Sebastiano

Olio su tela

1585c.

Chiesa di Sant’Antonio Abate Incisa Scapaccino A

L’opera era originariamente collocata nella Chiesa di Santa Maria del Carmine ad Incisa con l’accompagnamento delle due tavolette raffiguranti San Rocco e Sant’Antonio da Padova, andate disperse dopo la ristrutturazione del complesso avvenuta tra il 1964 ed il 1976 e la conseguente distruzione dell’impianto barocco in stucco. 

In base a memorie datate 1806 la pala è posizionata in età tarda sull’altare dedicato a San Giuseppe di patronato della casa Angeleri, oggi Leardi di Casale. In questa ottica è da considerare l’inserimento di un San Giuseppe appena sotto la Madonna e rimosso in sede di restauro. Con il ripristino dell’opera si è potuto constatare i gravi difetti all’apparato ligneo resecato in basso a cui è stata sottratta la cornice inferiore e numerose cadute di colore ed un atto vandalico all’altezza dei genitali del Bambino.

La pala è stata recentemente dirottata a favore di un non precisato pittore ligure-piemontese. Appare invece  attribuibile a Giovanni Francesco Biancaro, anche se in mancanza di firme o documentazione d’archivio, per le attinenze figurative in comparazione alle altre opere conosciute del Maestro. Si precisa inoltre che l’opera è decisamente da posizionarsi al termine del periodo nicese, quindi a ridosso del 1585 ed è formalmente più evoluta rispetto alle precedenti. Accanto ad elementi tipici, come il taglio degli occhi dei personaggi, il nimbo di San Sebastiano, il volto della Vergine, il colore rosso e la forma della testa del putto sotto i piedi della Madonna e soprattutto lo sfondo panoramico con la città, forse la stessa Incisa, che si staglia da un fondo indistinto ed omogeneo identico alla pala della Natività, compaiono elementi nuovi estranei al sentire del Biancaro che possono suggerire il timido inserimento del pennello del giovanissimo Guglielmo Caccia, apprendista di bottega. Sono ammissibili a tale ipotesi i due putti in alto, il corpo del Bambino e le sagome dei due santi comprese le mani. 

Si può ritenere che la pala sia stata co-prodotta nella bottega di Nizza della Paglia in un tempo appena precedente alla dipartita del Maestro in direzione di Trino. Le due tavolette con San Rocco e Sant’Antonio Abate, inserite nello stesso contratto di commissione invece potrebbero essere state realizzate dal pittore di Montabone in autonomia con il bene placido del Biancaro, impegnato in altre avventure e comunque già fiducioso nell’arte dell’allievo. 

A questo proposito si rimanda ai commenti relativi alle pale di Guglielmo realizzate per le chiese di Guarene datate entrambe 1585 e la vicinanza stilistica, compositiva e cromatica con le opere conosciute del Biancaro che il giovane apprendista aveva dovuto osservare in bottega o già nelle chiese di destinazione.