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La lupa ferita

Artista: Martini Arturo

Tecnica: Fusione in bronzo,

Opera In Archivio, In Vetrina
Anno: 1931
Misure:
Note:

ARTURO MARTINI

La lupa ferita

fusione in bronzo

1931

Tra l’aprile e luglio del 1931 Arturo Martini espone alla Promotrice di Torino un’altra opera che la coppia Ottolenghi-Wedekind non esiterà a fare loro. Si tratta da La lupa ferita fusione in bronzo. Lo scultore si cimenta per la prima volta con una creatura a carponi in una posa animalesca e selvaggia. L’idea non viene desunta, come sembra per grande parte della critica, dalla Lavandaia egizia del Museo Archeologico di Firenze, ma per stessa ammissione di Martini dalla forma orizzontale e ondulatoria dei poggia teste egizi presenti nel libro delle Meraviglie. Trafitta e ferita da una freccia che la trapassa la lupa conserva il fascino della Chimera di Arezzo e della lupa capitolina e con essa Martini raggiunge le vette della statuaria europea per resa drammatica e pathos comunicato.  

Come spesso capita parlando di Martini l’opera si sdoppia nella versione in terra refrattaria che l’autore dona a Massimo Bontempelli nel 1932 per la sua casa di Frascati. Martini aveva molto apprezzato la collocazione del precedente regalo di un frammento della Pisana, che Bontempelli sistema in una piccola stanza vuota rettangolare che guarda verso la valle con Roma in lontananza. 

La lupa ferita in terra refrattaria nel 1950 viene ceduta al Middelheimmuseum di Anversa dove è ancora oggi custodita. 

Alla versione in bronzo per gli Ottolenghi sembra che un’altra versione sempre in bronzo venga realizzata per la propria casa di Vado. Forse questo episodio con altri che si succederanno, è alla base dei continui litigi tra i due Arturo.