Annunciazione

Albarello Simone Apostolo (IN VENDITA)
25 Aprile 2017
Annunciazione
21 Luglio 2018

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Artista: Lanino Pier Francesco

Tecnica: Olio su tela,

Opera In Archivio, In Vendita
Anno: 1586/1589
Misure:
Note:

 

PIER FRANCESCO e GEROLAMO LANINO (GUGLIELMO CACCIA detto IL MONCALVO)

Annunciazione
(Pier Francesco e Gerolamo Lanino)

Olio su tela
1586/1589

Casa Parrocchiale Chiesa di Santa Maria delle Grazie – Candia Lomellina (PV)
In deposito dalla Cappella della Annunciazione Chiesa di San Michele – Candia Lomellina (PV)
Arcidiocesi di Vercelli

Osservando la pala della Annunciazione firmata dai Lanino ed oggi riposta per una maggiore tutela nella casa parrocchiale di fronte alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, molte sono le suggestioni che ne scaturiscono. La data 1589 dimostra come essa sia stata consegnata successivamente forse in attesa del completamento della ristrutturazione dell’intera chiesa, portone di accesso compreso. La pala risulta molto simile a quella dipinta da Federico Zuccari per i Gesuiti a Roma. La scena viene realizzata con un impianto figurativo complesso su due livelli sovrapposti e straordinariamente luminoso. La Vergine è posta sulla sinistra per chi osserva ed è semi inginocchiata allo scranno di legno o più probabilmente viene colta nell’attimo in cui si alza in piedi scossa dalla sorpresa dell’apparizione del messaggero divino. Il suo atteggiamento con la mano sinistra appoggiata al petto e la destra che si stacca dalle pagine appena scombinate del libro è raffinato e misurato. Magnifiche sono le macchie di luce in prossimità delle ginocchia che accentuano il movimento di ripiegamento delle gambe inducendo alla tela della tunica uno stiramento naturale. Con questo stratagemma pittorico la Madonna assume una consistenza plastica quasi a farne risaltare la sua fattezza di donna fatta di carne ed ossa. A destra l’Arcangelo Gabriele è posto su di una nuvola e con il giglio in mano indica la presenza dello Spirito Santo. Due putti spuntano dalla coltre grigiastra con fatica e presenziano alla scena solo con le testoline piegate e parti delle mani. In basso due teste di angelo con le ali in rosso cupo, sembrano precipitare direttamente dal gusto figurativo pre rinascimentale. In alto con la stessa spartizione degli spazi a destra ed a sinistra, due ammassi nuvolosi reggono un insieme di angeli preceduti da due rappresentati in prima fila e per intero. L’angelo di sinistra è inginocchiato con le mani incrociate sul petto, mentre quello di destra allarga le braccia quasi ad accompagnare l’istante miracoloso con l’esortazione al silenzio ed alla massima attenzione. E’ dipinto con una straordinaria tunica rossa che rappresenta con il suo accento cromatico il brano più riuscito dell’intera scena. La colomba dello Spirito Santo dall’alto riesce a penetrare con un cono di luce l’ambiente sottostante proiettando sul giglio bianco un contorno luminoso di luce aurea. Alcune testoline di putti risalgono i lati delle nuvole ed altri due putti in rosso sigillano gli angoli superiori della composizione.
I due personaggi protagonisti sono chiaramente di scuola laniniana con i visi delineati in senso classico e la caratterizzazione tipica dei particolari del naso, degli occhi e della bocca. Anche gli abiti e l’intera struttura compositiva risente dell’esperienza della bottega per non parlare dei putti dipinti in rosso.
L’attenzione a questo punto si concentra su alcune teste dipinte e sulla mani che in pittura rappresentano il maggiore ostacolo per molti artisti. A cominciare dai capelli dell’arcangelo con il tono biondo rossiccio ed i riccioli capricciosi che timidamente contornano la fronte e la tempia. I due putti immersi nelle nuvole in basso e le teste degli angeli nella parte superiore, in particolare proprio quello con la tunica rossa, hanno evidentemente la grazia compositiva del giovane Guglielmo. Repertorio stilistico già presente nella pala di Guarene della Madonna con il Bambino, San Michele e San Rocco, proprio nella testa dell’arcangelo e diffusamente nella Madonna con il Bambino, Santa Caterina d’Alessandria e San Giovanni Evangelista di Calliano.
Le mani della Vergine e dell’arcangelo con le dita affusolate e ben delineate, sono dipinte con virtuosismo e sapienza. Chissà quanti bozzetti aveva dovuto disegnare con prove e controprove. Decine, forse centinaia di fogli di preziosa carta utilizzati per impadronirsi della forma giusta, delle proporzioni esatte e della velocità esecutiva.
Proprio in questa pala di Candia prima ancora che in quelle, peraltro confortate da fonti documentarie, è da individuarsi la presenza delicata ma evidente del giovane pittore di Montabone. I fratelli Lanino già a partire dal 1585 avevano trovato il pennello che era in grado, meglio di tutti per qualità pittorica, di riportare sulla tela le suggestioni del grande padre.
La grazia patetica con cui vengono dipinte le teste dei personaggi ed in particolare della Madonna con il viso delicatamente inclinato, sarà l’elemento stilistico che accomunerà Bernardino Lanino e Guglielmo Caccia, il quale si prepara a svoltare il lungo Cinquecento ed ad avviarsi verso le incognite del nuovo secolo.
La breve campagna pittorica di Candia (oggi Candia Lomellina) probabilmente avvenuta nella primavera/estate del 1587, costituisce per Guglielmo un ulteriore passo in avanti nel suo apprendistato. Determinato, ma sempre cortese ed educato, senza mai pronunciare una parola fuori luogo, viene continuamente invitato a frequentare con maggiore assiduità la bottega a Vercelli. Lui accetta di buon grado, ma chiede di potere ancora occuparsi delle sue faccende a Trino per assistere il suo vecchio maestro e nel contempo terminare i lavori ancora pendenti a Nizza della Paglia e procedere quindi con la chiusura definitiva della bottega. Inizia quindi una collaborazione “a chiamata” che gli permetterà di essere coinvolto in alcuni grandi lavori contrattati dai Lanino, ma nel contempo di mantenere una certa autonomia.
A Vercelli respira il passato e le vicende pittoriche del secolo che si sta per chiudere. Può studiare con maggiore attenzione i capolavori dei grandi pittori come Gaudenzio Ferrari, Defendente Ferrari, Gerolamo Giovenone e dello stesso Bernerdino Lanino, di cui ha addirittura modo di lavorare con i cartoni di bottega.
Apprende come impostare la tela soprattutto quando i personaggi sono tanti, come illuminare la scena di luce diretta e rendere la Madonna ed il Bambino protagonisti, come squarciare la prospettiva aprendo a paesaggi alberati, montagne ed improvvisi picchi brulli.