Tullio d'Albisola (Tullio Mazzotti)

Tullio Mazzotti (Tullio d’Albisola) (Albisola 1899-1971)
Tullio Mazzotti si forma nella bottega del padre Giuseppe (detto Bausin), maestro vasaio, fondatore nel 1903 della Fornace di Pozzo Garitta, centro di attività e sperimentazione in campo tecnico, formale e decorativo. Affiancato dal fratello maggiore Torido, addetto alla produzione, si indirizza molto presto alla sperimentazione e, nel 1925, partecipa all’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes a Parigi e alla II Biennale di Arti Decorative di Monza.
L’incontro, nel ’27, con Marinetti segna l’inizio di una stretta collaborazione all’insegna della svolta futurista. Introducendo il nuovo spirito nell’ arte figulina trasforma Albisola, dalla fine degli anni ’20 all’inizio dei ’40, in centro produttivo della ceramica futurista. Tullio, con lo pseudonimo di Tullio d’Albisola coniato da Marinetti stesso, si pone quindi all’avanguardia in anni in cui la manifattura ceramica albisolese è ancora legata a stilemi artigianali. La sua ricerca personale, tra il ’27 e il ’28, matura attraverso la formulazione delle “Creazioni antimitative” allestite nella sua sala alla mostra Trentatré Futuristi della Galleria Pesaro (Milano 1929).
Nella bottega paterna la sperimentazione di Tullio si rivolge, dapprima, ai decori sgargianti e alla resa funzionale degli oggetti, con forme “sbilenche, insensate ed eccentriche”, decorati con motivi geometrici a colori “urlanti” e ricoperti di cristallina traslucida (Mostra futurista alla Galleria Codebò di Torino). Agli inizi degli anni ’30 innova la decorazione su terracotta maiolicata mat con effetto a buccia d’arancia (Mostra Futurista, Pittura, Scultura, Aeropittura, Arti Decorative, Architettura a Firenze e Mostra di Aeropittura a Genova, Mostra Futurista di Aeropittura e di Scenografia alla Galleria Pesaro di Milano tutte nel ’31, Mostra Enrico Prampolini et les Aeropeintres Futuristes Italiens alla Galerie de la Renaissance di Parigi nel’32, Les Aeropeintres Futuristes Italiens all’Hotel Negresco di Nizza nel ’34). Nella seconda metà del decennio, grazie al successo della ceramica applicata all’architettura e all’arredamento, realizza, anche insieme a Nino Strada, grandi pannelli murali in piastrelle (I Mostra Nazionale di Plastica Murale a Genova nel ’34, VI Triennale milanese del ’36, Exposition Internationale Salone d’Onore del Padiglione Italia a Parigi nel ’37, progetto della “Strada d’oro” per l’E42 a Roma). Nel ’59, cessata l’attività della ditta Mazzotti Giuseppe, i fratelli Mazzotti proseguono separatamente la produzione di ceramiche; Tullio e la sorella Vittoria fondano la ditta Vittoria Mazzotti, attualmente Ceramiche Mazzotti, sita nella casa futurista ideata da Nicolaj Diulgheroff (1930-’32).
Tra la fine degli anni ‘20 e l’inizio dei ‘30 sperimenta anche in campo fotografico e come scultore futurista in ceramica realizza opere, dapprima rigide poi dotate di ritmi avvolgenti, indirizzate all’ analisi psicologica umana velata di sottile ironia (Mostra Futurista Architetto Sant´Elia e 22 Pittori Futuristi alla Galleria Pesaro di Milano, 1930).
Compone numerose liriche, pubblicando libri di poesie, spesso illustrati da Strada, o piccole antologie di ceramiche con l’introduzione in versi (tra questi L’Incidente del 1935, AAA 500.000 Urgonmi, Poema d’Amore del ‘36, Le Streghe, del ’50 e L’Asino di Carlinetto, del ’65. Racconto del ’43 è illustrato da Fontana). In campo progettuale-editoriale crea le celebri Litolatte, libri di latta realizzati dalla Nosenzo, con testi propri e di Marinetti e illustrazioni di Munari (L’Anguria lirica del ’33). Da esperto ceramista scrive saggi di storia e critica sulla tradizione ceramica ligure (La ceramica futurista, 1939, Ceramiche Omaggio a N.S. di Misericordia, 1940, Profili ceramici italiani, 1957, La ceramica popolare ligure, 1964).
Tullio ha sempre svolto il ruolo fondamentale di catalizzatore ad Albisola di artisti e movimenti culturali: nel periodo futurista ha attirato Marinetti, Depero, Fillia, Prampolini, Farfa, Gaudenzi, Diulgheroff che trovarono nella sua bottega un centro di lavoro e ricerca culturale. L’epistolario, curato da Danilo Presotto su iniziativa della nipote Esa, (Quaderni,1981-1987) dimostra l’intensità e la natura dei rapporti. Nel secondo dopoguerra come organizzatore culturale e promotore dell’attività creativa in ceramica ha reso la Manifattura Mazzotti un fondamentale punto di riferimento. Nella stagione dell’Informale, dai primi contatti con il rientrato Fontana nel ’47 ha portato nella cittadina maestri come Jorn, Appel, Fabbri, Baj, Corneille, Capogrossi, Manzoni contribuendo a fare di Albisola uno dei centri culturali più creativi d’Europa come testimoniato dall’ Incontro Internazionale di Ceramica del ’54.

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