Nino Strada (Milano 1904 – 1968)
Dopo aver appreso l’arte della scultura dal padre, compie gli studi artistici alla Regia Accademia di Brera. Allievo dell’ex-futurista Leonardo Dudreville, esponente del gruppo milanese Nuove Tendenze, nel Primo dopoguerra inizia la carriera di ceramista nella bottega “M.G.A.” di Giuseppe Mazzotti. In quegli anni affianca il giovane Tullio e realizza alcune opere, note solo in riproduzioni, in cui manifesta un linguaggio spontaneo, che pur mediato dal gusto secessionista e decò, perviene ad un espressionismo di tipo simbolico. All’esposizione Biennale di Monza del ’27 tra le opere MGA di Tullio e Torido si segnala la modernità ed il realismo grafico di Nino Strada.
Tra i primi a far parte del gruppo ligure dei ceramisti futuristi partecipa a tutte le Biennali e Triennali d’Arte di Milano e ottiene una medaglia d’oro alla IV Triennale del 1930. Tuttavia ben presto Strada abbandona le istanze futuriste, pur partecipando alle rassegne del movimento e continuando formalmente a farne parte. Infatti già nella Prima mostra alla Galleria Pesaro del ’29 inizia a manifestare perplessità nei confronti delle tematiche futuriste e si avvicina piuttosto allo spirito novecentista. Tuttavia un certo eclettismo, una certa sintesi di stilemi antitetici (Novecento, stilizzazione casoratiana e stile decò) sembra animare la sua produzione (Lettere a Tullio, Quaderni 1981, n.3, pp. 114-115).
Fondamentalmente si ravvisa una separazione pragmatica tra arte pura, in cui aderisce alla lezione Novecentista, ed arti applicate più vicine allo spirito futurista.
Se agli inizi degli anni ’30 la collaborazione con Umberto Zimelli lo porta a sperimentare impasti greificati e applicazioni di smalti a spessore in un esercizio raccolto e meditato, nella ceramica d’arredamento a tema animalistico mostra ancora la propria adesione al Futurismo: cerbiatti, cavallini blu, cervi, elefanti compaiono alla mostra Les Aeropeintures Futuristes (Nizza Hotel Negresco, 1934). Oltre alla “ceramica futurista” nella Fornace Mazzotti tuttavia, nella seconda metà del decennio, produce anche oggetti più commerciali, soprattutto piccoli animali, impreziositi da rivestimento mat e craquelès.
Pur collaborando negli anni Trenta con la manifattura “Rometti” di Umbertide e la “Società Ceramica Richard-Ginori”, la presenza costante ad Albisola si manifesta anche alla “C.A.S.” di Bartolomeo Rossi e a “La Fiamma” di Ivos Pacetti.
Strada e Tullio Mazzotti si cimentano anche nel settore della ceramica per l’architettura, ambito in forte espansione grazie anche all’imporsi della “Villa al Mare”, (divulgata dalla rivista Domus), realizzando grandi pannelli murali in cui il gusto futurista si sposa con suggestioni dello stile Novecento.
Per il Padiglione dell’Architettura alla VI Triennale di Milano (1936), in un grande pannello in mattonelle refrattarie smaltate Le Forze Fasciste, essi delineano un’ allegoria dal carattere Novecentista, con una sensibilità materica, un procedere per piani multipli, incisioni e frastagliature che l’avvicinano allo “ Stile Fontana”. Per il Salone d’Onore del Padiglione Italia all’ Esposizione Internazionale di Parigi del ’37, Strada e Tullio, in collaborazione con l’architetto Giuseppe Pagano, realizzano il pannello delle Ventidue Corporazioni.
Nel 1937 viene nominato direttore artistico del “C.I.M.A.” di Deruta, con cui collabora fino alla fine degli anni ‘40 realizzando anche numerosi modelli per la Manifattura “Salamandra”. L’anno dopo assume l’incarico di direttore artistico dell’ “I.L.S.A.” di Albisola Capo dove incrementa la produzione di oggetti di suggestione arcaica ed adegua le sagome stilizzate della propria animalistica a un vasellame a bocca larga e smalti colanti.
Tra gli anni ’40 e’60 ottiene prestigiosi premi: medaglia d’oro alla X Triennale d’Arte di Milano,
Concorso Internazionale della Ceramica di Faenza (1942), Mostra della Ceramica di Vicenza (1954), Mostra della Ceramica di Lodi (1956)
Alla Galleria S. Andrea nel ’54 è allestita l’esposizione di sculture e ceramiche di Strada, Salino, Anselmo, Annaviva, Bevilacqua, Bertagnin, Sassu, ispirate al tema di Tullio Le Streghe. Dagli anni ‘60 collabora con la manifattura albisolese “San Giorgio” . Nel 1963 insegna all’Istituto Professionale per la Ceramica di Milano ed è impegnato nella realizzazione della Passeggiata degli Artisti (1963) di Albissola Marina.
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