Adorazione dei Magi

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Adorazione dei Magi

Artista:

Tecnica: Olio su tela,

Opera In Archivio, In Vetrina
Anno: 1604c.
Misure:
Note:

GUGLIELMO CACCIA detto Il MONCALVO

ADORAZIONE DEI MAGI

Olio su tela

1604c.

Chiesa di San Francesco Moncalvo

 

La datazione della tela è presunta. Guglielmo mostra ancora una volta l’attinenza con la scuola vercellese ed anche l’attenzione per la pittura verista di Bernardino Campi, che consente come era avvenuto a Crea, la particolare espressività dei volti e la cura scenografica degli abbigliamenti. 

Protagonista centrale appare il Bambino che è illuminato di luce propria, la quale sembra diffondersi per il piccolo corpicino e soprattuto intorno al capo.  I personaggi ruotano intorno a lui, in un interessante incrocio di sguardi che alla chiusura del giro rimbalza verso lo spettatore tramite il Re Magio di colore. Anche gli animali presenti sulla scena non si esimono dal gioco. La Vergine segue l’iconografia preferita di Guglielmo con la veste di colore rosa e la tunica blu scuro. Particolarmente felice l’esito pittorico del viso che appare dolcissimo ed etereo, pur con la consistenza della verità. Tutti i personaggi hanno le sembianze somatiche e le movenze gestuali che appartengono al gusto per il vero. San Giuseppe è posizionato appena in disparte, ma partecipe del lieto evento, mentre il vecchio Re inginocchiato senza più la corona in testa, appartiene al meglio della produzione cacciana, per trasporto sentimentale che assurge a puro, struggente, intimismo. Il ricordo del migliore Bernardino Lanino in questo caso si presenta irrinunciabile. Il particolare del servitore del Re Magio che allaccia il calzare, invece è un puntuale riferimento  alla Cappella della Adorazione dei Magi del Santuario di Varallo, dipinta da Gaudenzio Ferrari 

La semplicità della descrizione ed il carattere teatrale della scena sono in perfetta concordia con i dettami post tridentini.

La padronanza tecnica e l’impiego di colori a lacca particolarmente vivaci sono al servizio di una resa pittorica accurata per i particolari.

Se questo è il Guglielmo Caccia che dipinge nel 1604, appare evidente l’attenzione di Pietro Francesco Lanino, per il collega e si comprende come la celebra bottega vercellese corteggi il giovane Guglielmo fin dal 1585.